Duro colpo allo spaccio di stupefacenti nella Valle del Metauro: i carabinieri arrestano 7 persone e ne denunciano altre 15
Duro colpo allo spaccio di stupefacenti nella Valle del Metauro: i carabinieri arrestano 7 persone e ne denunciano altre 15
FANO – Alle prime luci dell’alba di oggi i carabinieri della Compagnia di Fano, con la collaborazione dei militari delle Compagnie di Rimini e Monza e del personale del Nucleo Cinofili di Pesaro, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari (3 custodie in carcere, 4 misure degli arresti domiciliari e 1 dell’obbligo di prestazione alla polizia giudiziaria) emessa, su richiesta del Procuratore della Repubblica di Urbino, dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Urbino, nei confronti di 8 persone, tra cui italiani, albanesi e marocchini, resisi responsabili a vario titolo di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti (cocaina e marijuana), nonché di un furto simulato in danno delle slot machine installate in un bar di Fossombrone.
L’operazione “Bunker”, condotta dai carabinieri del N.O.R. di Fano, in stretta sinergia con i militari della Stazione Carabinieri di Fossombrone, ha di fatto inferto un colpo decisivo al preoccupante dilagare del fenomeno dello spaccio di stupefacenti sull’intera Valmetauro, frenando in particolare il considerevole smercio di cocaina rilevato a Fossombrone, con importanti ramificazioni e propaggini nelle città di Pesaro e Fano.
Nel corso delle indagini sono stati tratti in arresto ben 14 spacciatori, di cui 12 solo a Fossombrone, con il sequestro di 200 grammi di cocaina, un etto di marijuana e 7 mila euro in contanti ritenuti provento dell’attività di spaccio.
L’attività d’indagine è stata avviata nell’aprile 2018 per fare luce sui reiterati atti intimidatori ai danni di un’officina fabbrile forsempronese e del suo titolare gravato da piccoli precedenti per uso di cocaina.
Le meticolose indagini, oltreché accertare che l’autore era un suo ex dipendente con il quale aveva avuto diversi dissidi, ha fatto emergere i costanti contatti che l’artigiano intratteneva con il gestore di un bar di Fossombrone, al quale ordinava, stranamente, delle birre che poi passava a ritirare in prima persona o tramite uno dei suoi operai. Questo iniziale spunto e la conseguente progressione investigativa hanno permesso di scoprire un cospicuo spaccio di cocaina e marijuana, e di delineare, nel tempo, sempre in maniera più solida e cristallina, l’esistenza di due distinti filoni di spaccio che agivano in parallelo ma mutuandosi all’occorrenza, di cui uno facente capo ad una persona già nota alle forze di polizia, di origini salernitane, ma dimorante da anni a Fossombrone, mentre l’altro vedeva a capo un giovane albanese, artigiano edile, assai inserito nella comunità forsempronese dove vive da oltre un decennio.
Entrambi, oltre ad avere un autonomo giro di spaccio al minuto con decine di clienti, fungevano da grossisti per altri pusher del luogo. La cocaina (fino a mezzo chilo per ogni viaggio) l’acquistavano da due albanesi dimoranti rispettivamente nella provincia di Rimini e di Forlì, anch’essi colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare. I quantitativi di cocaina acquistati all’ingrosso arrivavano ad essere pagati fino a 20.000 euro (per mezzo chilo), mentre le singole dosi venivano normalmente vendute su piazza al prezzo di circa 100 euro al grammo.
Tra i comuni interessati dagli spacci al dettaglio compaiono oltre a Fossombrone, Rimini e Forlì, anche Pesaro (località Borgo Santa Maria), Fano, Acqualagna, Fermignano, Cagli.
Nel corso delle indagini tecniche eseguite tra l’agosto e il novembre 2018 venivano arrestati in flagranza di reato tra Fossombrone, Pesaro e Fano ben sette pusher. I due grossisti agivano in maniera disinvolta, ricevendo pusher e clienti anche nelle loro abitazioni, mentre lo spaccio al minuto veniva attuato nei pressi o all’interno di bar e piadinerie del centro storico, così come nel parco Carloni, notoriamente punto di ritrovo di adolescenti.
I clienti censiti nel corso delle indagini sono stati ben 85, di età, sesso ed estrazione sociale più disparati: dagli assuntori abituali allo studente, dall’imprenditore al barista o artigiano, insospettabili caduti nel circolo vizioso della cocaina. Saranno segnalati alla Prefettura di Pesaro Urbino per i provvedimenti amministrativi inerenti l’uso di stupefacenti.
Il quadro ricostruito dalle attività d’indagine lascia trasparire che le singole condotte non solo si inserivano in un contesto di abitualità (quindi non occasionalità), ma che le stesse erano di numero non modesto in un ristretto lasso di tempo, e rivolte ad una non esigua platea di consumatori.
Sono stati contestati in tutto 85 capi di imputazione e deferite complessivamente all’Autorità Giudiziaria 22 persone (di cui 8 destinatari dell’odierna misura e 14 denunciati in stato di libertà). 215 gli episodi di spaccio refertati, e 150.000 euro il giro complessivo d’affari rilevato nel corso dell’intera indagine.
Le indagini hanno anche permesso di scoprire che il furto con scasso in danno delle slot machine collocate in un bar di Fossombrone, era stato appositamente organizzato dallo stesso gestore, unitamente all’artigiano albanese, nel tentativo, poi non riuscito, di asportarne il contante ivi contenuto.
Il tentativo veniva materialmente eseguito dall’artigiano facendosi chiudere nottetempo nei locali del bar insieme ad un connazionale fatto intervenire per l’occorrenza.
Questa è la quarta indagine complessa in poco più di due anni eseguita a Fossombrone (le altre sono nell’ordine Circoli Viziosi, Pitbull e Prius), con notevoli risultati in termini di prevenzione e repressione del fenomeno dello spaccio di stupefacenti: i principali spacciatori del luogo risultano essere stati arrestati e ristretti in carcere o ai domiciliari, e altri risultano destinatari della stringente misura di prevenzione di pubblica sicurezza della sorveglianza speciale.
E la denominazione dell’indagine nasce proprio da questo: tra le dichiarazioni intercettate vi è quella di un piccolo pusher che si riforniva dai due indagati principali (che in quel periodo si erano dovuti fermare a seguito dei reiterati interventi dei carabinieri), che rivolgendosi ad un coetaneo, mentre erano alla ricerca disperata di una dose di cocaina, affermava, sconsolato, che fino a poco tempo prima Fossombrone costituiva il “Bunker” della cocaina, mentre in quel momento non si riusciva più a reperire nemmeno una dose.
La dimensione del fenomeno dello spaccio e dei consumatori è emerso anche in altri dialoghi, tra i quali ad esempio quello avvenuto tra uno dei principali spacciatori attenzionati ed un suo cliente, con il quale concordava sul fatto che di spacciatori come lui a Fossombrone ce ne fossero almeno una ventina, meravigliandosi, inoltre, del sempre crescente numero di assuntori.
Importante il dispiegamento di uomini e mezzi dell’Arma per il rintraccio delle persone destinatarie delle misure: due sono stati infatti localizzati ed arrestati nelle province di Rimini e Monza. Le operazioni di perquisizione, legate agli arresti odierni, hanno permesso inoltre di denunciare in stato di libertà un altro forsempronese (non destinatario delle misure) per coltivazione di sostanze stupefacenti, essendo stato sorpreso in casa con 20 piantine di marijuana.
Le tre persone destinatarie della misura in carcere sono state tradotte nel corso della mattinata presso la Casa Circondariale di Pesaro. I rimanenti sono stati tutti posti agli arresti domiciliari presso i rispettivi domicili. La persona sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria dovrà presentarsi quotidianamente presso la Stazione Carabinieri di Fossombrone.
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