L’arretramento della linea ferroviaria è indispensabile, ma occorre unire le forze / Foto
L’arretramento della linea ferroviaria è indispensabile, ma occorre unire le forze / Foto
A Marotta il presidente della Regione, Acquaroli, e l’assessore Baldelli hanno incontrato amministratori e rappresentanti delle categorie produttive del territorio
MAROTTA – Quale sarà il futuro della linea ferroviaria adriatica? Gli interrogativi, purtroppo, sono – e restano – ancora tanti.
Ed oggi il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e l’assessore Francesco Baldelli, hanno iniziato, da Marotta, il primo di una serie di incontri con i sindaci, le comunità locali ed i rappresentanti delle categorie sociali e produttive.
Un incontro lungo, al quale hanno preso parte numerosi amministratori del territorio (Marotta, Senigallia, Fano, Pesaro, Falconara, Montemarciano, Urbino) ed i rappresentanti delle principali categorie produttive (Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confindustria, Cia Confagricoltura).
In molti, ad iniziare dal presidente Acquaroli e dall’assessore Baldelli, hanno portato il loro contributo ad un dibattito che non sembra di facile o, quantomeno, prossima soluzione. Le idee sono tante ma i soldi a disposizione, per svilupparle, ancora pochi. Ma non manca di certo l’ottimismo.
Significativo, nel corso dell’interessante confronto, anche l’intervento del cantautore Enrico Ruggeri, cittadino onorario di Mondolfo (frequenta – e conosce bene – Marotta da tanti anni).
Una cosa è comunque certa: l’arretramento della rete ferroviaria non può – e deve – riguardare soltanto le Marche, è un problema, o meglio ancora, una necessità, che interessa tutte le regioni della costa adriatica. Per cui sarebbe opportuno che i nostri politici, di qualsiasi orientamento, abbandonino il solito provincialismo ed inizino a guadare al futuro con una diversa prospettiva. Anche perché, unendo le forze, il risultato – forse – potrebbe essere raggiunto. Altrimenti tra cinquant’anni ci ritroveremo ancora a parlare della necessità dell’arretramento della linea ferroviaria. E questo – diciamolo chiaramente – le città della costa marchigiana non se lo possono proprio permettere.